Trasferta catalana per il Voluntariat per les llengües 27-28.06.2014
A poco più di tre anni dal suo avvio, il progetto “Voluntariat per les llengües” , curato dal dipartimento cultura italiana della Provincia, conta più di 1300 coppie, 2.600 persone che si sono impegnate, a titolo puramente volontario, a donare e imparare una lingua: il tedesco ad altri italiani o l’italiano a migranti.
Proprio la consapevolezza della valenza, non solo linguistica, ma soprattutto sociale del progetto, ha portato all’ideazione di un apposito corso, sostenuto dal Fondo Sociale Europeo e coordinato da UPAD in partenariato con l’Ufficio bilinguismo e Lingue straniere, per la formazione di “dinamizzatori” ,figure essenziali per la costituzione delle coppie linguistiche. Nell’ambito del programma corsuale è stato inserito un apposito modulo da svolgersi a Barcellona, città dove è nato 10 anni fa il progetto del Volontariato linguistico. Una realtà molto vicina a quella dell’Alto Adige quella catalana: i partecipanti hanno infatti avuto modo di confrontarsi direttamente con tutti gli aspetti dell’iniziativa, dagli incontri con i volontari, con gli apprendenti, con i dinamizzatori, con le entità sociali ed economiche che promuovono il progetto, coordinato e finanziato dalla Generalitat de Catalunya.
“Vogliamo usare la persuasione e non la regolazione grammaticale, per fare in modo che tutti parlino la nostra lingua”: queste le parole di Ester Franquesa Bonet, directora della Secreteria di Politica Linguistica de Catalunya, l’ufficio che si occupa della politica linguistica per i 7.000 abitanti della Catalunya. Il Ministro della Cultura catalana, Ferran Mascarell, che ha ricevuto il gruppo di corsisti, si è detto orgoglioso che l’Alto Adige , grazie ad un lavoro congiunto di politica e società civile, abbia importato con successo il loro progetto, seppur con i necessari adattamenti alla realtà locale.
Testimonianze vissute nella vita di tutti i giorni, presentate ai corsisti da coloro che si mettono a disposizione gratuitamente per trasmettere la propria lingua, permettendo così all’altro di impararla parlandola, attuando il progetto nei propri ambiti, all’interno del proprio esercizio commerciale, di una struttura sanitaria, delle istituzioni scolastiche. Particolarmente toccante l’esperienza di una volontaria che ha portato il progetto all’interno di un carcere femminile: ha sottolineato l’importanza umana dell’intervento, particolarmente arricchente sia per l’apprendente che per il volontario.
Grande disponibilità, grande entusiasmo da parte di tutti, amministratori, imprenditori, pubblici esercenti, volontari, apprendenti e dinamizzatori che hanno saputo trasmettere la loro passione e il loro impegno nel donare la propria lingua ai non catalano parlanti, come li definiscono loro. Il “Voluntariat per les llengües”, un modo semplice per far svanire paure, approfondire conoscenze e creare amicizie, un progetto strategico per la nostra società, come lo definisce l’Assessore Christian Tommasini.
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